L’operatività della stazione è assicurata da una efficiente organizzazione che vede un Capo Spedizione e un Manager tecnico che si dividono i compiti di comando e vari servizi a gestire l’operatività della base.

La stazione Concordia mette comunque a disposizione dei suoi ospiti tutto il necessario per un’attività tranquilla e operativa: cucina, mensa palestra, sala ricreativa, uffici e sala controllo, laboratori e anche sala operatoria, nel caso sfortunato che qualcuno ne abbia bisogno

Anche i mezzi di trasporto non mancano, indispensabili per raggiungere gli shelter di ricerca a distanze anche di km. 

Tuttavia a Concordia, la vita è ben più complicata del normale.
La bassa pressione atmosferica causa spesso lievi problemi respiratori e un continuo affaticamento, mentre il contesto in cui ci si trova a vivere mette a dura prova la psiche, specialmente durante la notte invernale, quando la dozzina di ricercatori e tecnici invernanti vivono in isolamento fisico dal resto del mondo per quasi 9 mesi, con una scarsa varietà di stimoli esterni, interagendo all'interno di un gruppo ristretto di persone. 
L’unico mezzo di interazione con il resto del mondo resta il collegamento satellitare in videoconferenza, esattamente come sulla stazione spaziale orbitale ISS.

Eppure chi si propone come partecipante alle campagne estive e invernali è mosso dalla voglia di conoscere e di sperimentarsi in una realtà così estrema. Gli invernanti non si sentono dei reclusi, ma dei privilegiati a poter fare un’esperienza straordinaria che consente alle persone di mettersi alla prova e superare i propri limiti.

Ecco spiegato il  Mal d’Antartide, l’emozione più difficile da dire a parole: "L’Antartide ti dà pace, serenità, a volte anche angoscia. Ti commuove, e poi diventa una tentazione, ti rende un po’ dipendente", racconterà un’invernante alla sua seconda esperienza di permanenza nella notte polare.