Il paesaggio marino antartico è dominato dagli iceberg. Un iceberg si origina quando una grande massa di ghiaccio si stacca da una banchisa o da un ghiacciaio e si riversa nell'oceano.

La superficie di un iceberg può variare da pochi a migliaia di chilometri quadrati. La maggior parte della sua massa si trova sott'acqua (∼30-60 m di bordo libero e ∼150-400 m di spessore), ed è generalmente circondata da ghiaccio marino compattato. La deriva di un iceberg, in parte correlata al movimento del ghiaccio marino e alla velocità del vento, risulta essere un buon indicatore della circolazione oceanica (la corrente costiera antartica che scorre verso ovest) e dell'interazione di molteplici e complesse variabili ambientali. Differenti studi che hanno esaminato i cambiamenti di area, velocità e direzione degli iceberg hanno evidenziato che i periodi in cui si assiste a maggiori e improvvise perdite di area, gli "split-off", coincidono con periodi di bassa concentrazione di ghiaccio marino, aumento della temperatura dell'aria e presenza di onde alte. 

La formazione e lo scioglimento degli iceberg ha un importante impatto sull'ambiente oceanico circostante. Il flusso di acqua dolce e il raffreddamento associato al loro scioglimento possono diminuire localmente la salinità e la temperatura, influenzando così la circolazione oceanica, l'attività biologica, il ghiaccio marino e, su scale spaziali più ampie, l'intero sistema climatico.

Gli iceberg rappresentano inoltre una minaccia e un pericolo per la navigazione polare. Lo studio e il monitoraggio (rilevamento e localizzazione) della deriva degli iceberg è un attività estremamente importante. Il monitoraggio operativo su larga scala degli iceberg alla deriva nelle regioni coperte da ghiaccio marino è ad oggi tipicamente limitato agli iceberg giganti, di lunghezza superiore a 18,5 km, in quanto risulta difficoltoso identificare e seguire con precisione il movimento di elementi molto più piccoli nell'oceano polare. Finora, il tracciamento degli iceberg più piccoli tramite immagini satellitari è stato limitato alle regioni di oceano aperto non coperte da ghiaccio marino. Sono ad oggi presenti numerosi studi che cercano di applicare un nuovo metodo di tracciamento automatico degli iceberg, basato su un approccio di rilevamento automatico di questi ultimi. 

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