Ice Memory è un progetto di ricerca internazionale riconosciuto dall’UNESCO con un duplice obiettivo: raccogliere e conservare campioni di ghiaccio prelevati dai ghiacciai di tutto il mondo che potrebbero scomparire o ridursi moltissimo a causa del riscaldamento globale.
Il riscaldamento climatico in atto sta avendo un effetto diretto e devastante sullo stato di salute dei ghiacci. Interi sistemi glaciali si stanno riducendo, disaggregando e alcuni, oramai, scomparendo. Con le attuali condizioni climatiche gli scienziati stimano che la gran parte dei ghiacciai delle Alpi al di sotto dei 3600 m di altitudine sparirà entro il 2100, un danno enorme alla risorsa acqua, oltre alle note conseguenze ambientali. Tutte le informazioni stoccate nei loro strati vengono letteralmente dilavate e perse fin dalle prime fasi di fusione dei ghiacciai, come l’inchiostro di una splendida poesia che si scioglie sotto un bicchiere d’acqua.
Dalla necessità di non perdere molte preziose informazioni nasce il progetto Ice Memory e Ice Memory Foundation.
La criosfera mondiale è molto sensibile alle variazioni climatiche, tanto che i ghiacciai sono chiamati le sentinelle dei cambiamenti climatici. Al contrario di quanto comunemente si creda, la risposta dei ghiacciai alle fluttuazioni climatiche è molto poco inerziale tanto da considerare i ghiacciai come un “termometro” per misurare lo stato del clima.
Lo studio delle variazioni climatiche e ambientali si basa sull’analisi di archivi naturali in grado di conservare e preservare con continuità diversi parametri chimici, fisici e biologici (proxy) del sistema Terra.
Tra i vari archivi a disposizione degli scienziati (sedimenti oceanici e terrestri, speleotemi, coralli marini, anelli di accrescimento degli alberi...), le carote di ghiaccio sono senza dubbio tra i più importanti. Da uno stesso campione è possibile ottenere informazioni sia sulle cause che sugli effetti dei cambiamenti ambientali e climatici.
In una carota di ghiaccio si susseguono strati formatisi nel corso degli anni, una registrazione continua di eventi e condizioni. Il fiocco di neve agisce come una sorta di spazzino, in grado di ripulire l’atmosfera da particelle e composti chimici. Nelle aree fredde del pianeta (aree polari e montane), la neve rimane al suolo per tutto l’anno e, accumulandosi su quella già caduta durante le stagioni precedenti, forma strati via via sempre più spessi. In assenza di fenomeni di fusione, tutte le informazioni intrappolate nella neve rimangono così congelate, dando origine a un vero e proprio archivio ambientale stratificato.
L’Italia è tra i capifila del progetto, sotto la guida del Consiglio Nazionale delle Ricerche e l’Università Ca' Foscari Venezia, assieme alla Fondation Université Grenoble Alpes (FR). Il progetto riunisce: CNRS, French National Research Institute for Sustainable Development (IRD-France); Istituto Polare Francese (IPEV) e il Programma nazionale per le ricerche in Antartide (PNRA).